Il punto sul vaccino antinicotina e sulla genetica del tabagismo.
Del vaccino anti-nicotina si parla da alcuni anni come uno strumento rivoluzionario sia nella terapia che nella prevenzione del tabagismo. Mentre i dati sperimentali sono controversi e i dati clinici disponibili molto limitati, mancano del tutto prove di rischio/beneficio e costo/efficacia di questo tipo di terapia. Al contrario, la diffusione di notizie sulla presunta efficacia del vaccino anti-nicotina sui media non specializzati rappresenta un potenziale danno alle politiche di smoking policy e alla diffusione delle linee guida per la prevenzione del tabagismo. Gli studi genetici sulla ereditarietà della dipendenza e della suscettibilità alle malattie da fumo (oncologiche e degenerative) dimostrano il ruolo di un polimorfismo genetico: gli screening genetici in questo caso non possono dare risposte definitive a livello individuale rispetto a un’eventuale “immunità” rispetto alle malattie fumo correlate. Non solo, ma queste patologie sono talmente numerose (oltre 25) e legate a meccanismi così diversi, che l’unico modo di prevenirle è semplicemente non fumare, o smettere di fumare. L’articolo che riportiamo in versione integrale grazie alle scelte politiche di PloS (Public Library of Science) spiega nei dettagli lo stato dell’arte in materia.
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